La Nuova Stirpe by Octavia Butler

La Nuova Stirpe by Octavia Butler

autore:Octavia Butler [Butler, Octavia]
Format: epub
pubblicato: 2010-01-23T22:00:00+00:00


— Già.

— Potrebbero non smettere di sbraitare, per usare la tua espressione, finché non saranno riusciti a farti fuori.

— Già — ripetei. Respirai profondamente. — Vuoi veder scorrere il sangue?

Lui sorrise. — Può darsi che non ci siano spargimenti di sangue, se ci sarò io.

— Allora vieni.

— Oh, verrò. Ma solo per far capire che riconosco la tua autorità su di loro. Li lascerò scatenarsi, Mary.

Deglutii. — Così presto, eh?

— Sono tuoi. È ora che tu scenda nell'arena in mezzo a loro.

— Immagino di sì. — In realtà non ero sorpresa. Sapevo che quello era il suo obiettivo. Non poteva leggermi nel pensiero, ma mi osservava con la stessa attenzione con la quale io osservavo gli altri. Voleva mettermi alla prova. Non mi dispiaceva. Permetteva agli altri di lamentarsi di me con lui, ma non li interrogava sul mio conto e non faceva loro delle promesse. Di quello gli ero grata. Ormai era tempo di spiccare il volo dal nido.

— Se questa idea funzionerà te ne andrai, non è vero? — gli chiesi.

— Per qualche tempo, ma tornerò. Ho un suggerimento che potrebbe tornare utile a tutti e due prima e dopo la mia partenza.

— Quale?

— Informa Karl di quello che vuoi fare. Lascia che sfoghi con te la sua collera ma capisca la ragionevolezza di quello che dici. Allora, se lo conosco come credo, si schiererà dalla tua parte nel caso qualcuno degli altri ti minacciasse.

— Non significherebbe semplicemente scambiare un protettore con un altro? Non dovrei essere in grado di difendermi da sola?

— Oh, certo che lo sei. Ma in quel caso dovrai uccidere qualcuno. Io tentavo di evitarlo.

Annuii. Sapevo che era ancora preoccupato che uccidere potesse diventare per me una reazione a catena; che se avessi preso uno degli attivi, prima o poi avrei dovuto prenderne un altro, e poi un altro ancora. Avevo la sensazione che, quando se ne fosse andato, non sarebbe arrivato oltre la casa di Emma. E da lì, avrebbe tenuto puntati su di me tutti i sensi speciali che aveva.

— Karl è solo, in questo momento? — domandò.

Controllai. — Sì, una volta tanto. — Karl era andato a letto proprio con Jan, fra tutte. Non avrebbe potuto trovare un modo migliore per disgustarmi.

— Allora va' subito da lui. Parlagli.

Lanciai a Doro un'occhiata cattiva. Era tardi, e non ero dell'umore giusto per sentire ciò che probabilmente Karl mi avrebbe detto. Volevo soltanto andare a letto. Invece mi alzai e andai a trovarlo.

Era disteso supino, intento a manipolare i pensieri di un uomo politico del luogo che stava dormendo. Esitai un attimo, ero curiosa di scoprire cosa stava combinando. Voleva fare in modo che una società di cui lui e Doro avevano il controllo ottenesse una variante al piano regolatore per costruire un edificio. Lui l'aveva un lavoro, comunque. Bussai alla porta. Ascoltò in silenzio quello che avevo da dirgli, con il viso inespressivo.

— Dunque eccoci qui, noi apparteniamo a te, e questo è quanto — disse a bassa voce.

— Non era quello che intendevo.



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